PIÙ DONNE NELLA WORKFACE È CONVENIENTE!
Femminismo? No, realismo!
BM Trasporti nasce dal connubio del genere femminile con il genere maschile, ciascuno posto al servizio dell’altro. La nostra azienda infatti, crede fortemente che la presenza femminile all’interno di un’azienda che opera in un mercato a prevalenza maschile, sia un grande valore aggiunto.
Nonostante anni di lotta, le donne sono ancora indietro riguardo alla parità lavorativa, e a dimostrarlo sono diversi indici statistici.
Basti pensare che nei Paesi dell’UE vi è un divario di genere nei livelli di occupazione, divario che sussiste nonostante le donne siano nella maggior parte dei casi più altamente qualificate e raggiungano un livello d’istruzione persino superiore a quello degli uomini. Nel 2016, il 44% delle donne era in possesso di un titolo d’istruzione terziaria o superiore, rispetto al 34% degli uomini.
Inoltre, poiché solitamente sono le donne ad accollarsi il peso maggiore delle responsabilità di assistenza, esse tendono a ridurre il proprio orario di lavoro. I dati dimostrano che un terzo (31,4%) delle donne che lavorano nell’UE lavora a tempo parziale, una percentuale molto superiore alla corrispondente quota di uomini (8,2%).
Occorre poi prestare particolare attenzione alla partecipazione al mercato del lavoro delle categorie di donne più vulnerabili (es: donne anziane, madri sole, donne provenienti da un contesto migratorio etc…). Il basso tasso di occupazione delle donne anziane (fra 54 e 64 anni) può riflettere il fatto che le donne sono più inclini degli uomini ad assumersi responsabilità di assistenza nei confronti di familiari anziani o non autonomi.
Le donne inoltre possono anche trovarsi a dover affrontare disincentivi economici alla partecipazione alla forza lavoro. I dati indicano un significativo impatto negativo sulla partecipazione femminile alla forza lavoro dovuto all’aumento delle relative aliquote d’imposta marginale effettiva per le persone che costituiscono
la seconda fonte di reddito. Inoltre, gli elevati costi diretti per i servizi di assistenza all’infanzia e di assistenza a lungo termine possono costituire, per le donne con responsabilità di assistenza, un disincentivo finanziario al lavoro ancora maggiore.
Una volta dimostrato che le donne sono ancora indietro riguardo alla parità lavorativa, si spiega ora perché è conveniente per un’azienda assumere più donne.
Lo studio preso in analisi è intitolato “Innovation By Design: The Case for Investing in Women”, pubblicato nel 2014 dall’associazione Anita Borg Institute (ABI), un’associazione che “connette, ispira e guida le donne che lavorano nel settore dell’informatica e dell’innovazione”. Secondo questo studio, sono quattro i vantaggi principali che le organizzazioni traggono dall’assumere donne, e si possono sintetizzare in:
1. Migliori performance operative e finanziarie
Negli USA le donne hanno un potere d’acquisto altissimo che usano per comprare la metà dei computer e auto acquistati in totale negli Stati Uniti e più dell’80% dei beni di consumo. Chi meglio di queste consumatrici può capire cosa vuole il consumatore finale? Ciò, secondo questo studio, spiega perché le aziende con più donne al loro interno hanno più facilità a creare prodotti e servizi che incontrino le esigenze del mercato, e questo di traduce in un aumento del ROI (Return on investment) e in performance finanziarie migliori.
Quest’ultimo è un indice di bilancio che indica la redditività e l’efficienza economica della gestione caratteristica a prescindere dalle fonti utilizzate: esprime cioè, quanto rende il capitale investito in quell’azienda. La sua formula è:
ROI = risultato operativo totale attivo / totale attivo
2. Più innovazione
Come scrive il sociologo americano Scott Page nel suo libro del 2007 intitolato “The Difference”, diversità e innovazione sono strettamente collegati, in quanto “persone che pensano allo stesso modo, per quanto intelligenti, si bloccheranno sempre nello stesso punto”. Nelle aziende, bisogna invece trovare soluzioni nuove e sempre migliori, innovare e avere pareri differenti. Ecco perché è importante avere gruppi di lavoro misti, composti da uomini e da donne. A confermarlo è uno studio della London Business School del 2007.
3. Maggiore capacità di Problem solving e migliori performance dei gruppi di lavoro
La diversità è un fattore cruciale anche e soprattutto per il problem solving. In uno studio del 2009 condotto da Ernst and Young, i ricercatori hanno dimostrato che gruppi diversi a loro interno portano più risultati rispetto a gruppi omogenei, anche se i membri del gruppo omogeneo hanno mediamente un QI (quoziente intellettivo) più elevato. Le migliori performance dei gruppi di lavoro misti possono essere dovute anche alla tendenza femminile alla collaborazione e alla partecipazione.
4. Reputazione aziendale migliorata
Avere in azienda dei talenti femminili è un modo per lanciare un messaggio positivo verso il mercato e verso i talenti futuri: verso il mercato perché sempre più investitori tengono in considerazione la differenza di genere come parametro per valutare la “bontà” di un’azienda; verso i futuri talenti perché la reputazione aziendale è importante quando si tratta di trovare candidati validi. Un’azienda che valorizza la diversità sarà avvantaggiata sia in fase di recruting sia in fase di retention: il turnover per le aziende miste è più basso del 22% rispetto alle aziende a prevalenza maschile, come riporta la società di consulenza Gallup.
Una volta dimostrato che avere donne in azienda è un vantaggio non solo etico ma anche economico, per concludere, è opportuno specificare che la maggior inclusione del genere femminile non esclude o soffoca quella maschile. Quello di cui ha bisogno il mercato del lavoro mondiale è un equilibrio di diritti, doveri e opportunità.
Il gender balance, secondo gli studiosi, così come la presenza massiccia di donne nei posti di lavoro, conduce anche a un netto miglioramento delle condizioni psicofisiche. Tanto è vero che un sondaggio condotto da Reuters (agenzia di stampa Britannica), su oltre mille lavoratori ha evidenziato come il mix di genere aumenti la soddisfazione lavorativa, la felicità e la produttività, riducendo tra le altre cose anche l’assenteismo.
Anche se sarebbe bello, il mondo non si cambia innalzando bandiere di eticità o moralità, ma queste aiutano a smuovere le coscienze. Il mondo del lavoro però, ha bisogno soprattutto di valori convenienti, che arrecano vantaggi nelle loro imprese. La novità rilevante in questo campo è che ora gli imperativi etici e quelli di bilancio stanno imboccando la stessa strada, e, come dimostrato, “assumere più donne e favorire la loro carriera non è solo un dovere, ma una garanzia di sostenibilità dell’azienda, un’assicurazione sulla vita per le imprese e le società”.
Helia Quattrocchi